M. Klein. Lectures on technique. Commento di E. Roudinesco

 

Riportiamo qui di seguito il commento della psicoanalista Elisabeth Roudinesco pubblicato nel Gennaio 2021 sul quotidiano francese Le Monde a proposito della pubblicazione del libro:

La Psychanalyse des adultes. Conferences et seminaires inedites (Lectures on Techniques, di Melanie Klein, edito da John Steiner, tradotto dall’inglese da Géraldine Le Roy, Eric Stremler et Véronique Young, Payot).     

Il testo di M. Klein uscito in Italia con il titolo Lezioni sulla tecnica è stato pubblicato nel 2020 da Raffaello Cortina Editore. Silvia Andreassi e Paolo Fabozzi ne hanno curato l’Edizione Italiana.

 

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Elisabeth Roudinesco

«La Psicoanalisi degli adulti»: Stupefacente Melanie Klein!

Una raccolta di interventi inediti della psicoanalista ricorda la potenza del suo universo concettuale e della sua pratica

Nata a Vienna nel 1882, morta a Londra nel 1960, Melanie Klein è conosciuta nel mondo per aver inventato l’approccio psicoanalitico con i bambini. All’inizio del XX° secolo, i rappresentanti della Scuola Viennese, incarnata da Sigmund Freud e da sua figlia Anna, sostenevano che l’Io del bambino era troppo fragile per essere approcciato direttamente e che nessuna cura era possibile senza la mediazione dei genitori.

A partire dal 1926, Melanie Klein, stabilitasi nel Regno Unito, abolì queste barriere costruendo una teoria del bambino tra i 2 / 3 anni, che non parla ma non è più un neonato. Propose pertanto un setting specifico per la cura dei bambini che è stato adottato ovunque: piccoli mobili, giochi, disegni, plastilina, animali di peluche etc…

Evidentemente, un tale cambiamento la condusse anche a ripensare da cima a fondo alla cura degli adulti, ma allo stesso tempo alla formazione degli psicoanalisti, come testimoniano le sei conferenze del 1936 e la trascrizione di numerosi seminari del 1958, riuniti per la prima volta nel libro “La psicoanalisi degli adulti”.  Scorrendo questi inediti, si scopre la potenza della scuola Kleiniana nella storia della psicoanalisi.  Contrariamente a Freud e ai suoi eredi M. Klein trasforma l’interrogativo sul ruolo del padre, sul complesso edipico o sui famosi “stadi”, ispirati dalla teoria darwiniana, in un interrogativo permanente sulle relazioni arcaiche con la madre o sull’odio primitivo interno al sé, o anche nella ricerca della struttura psicotica propria dell’essere umano.    

Come i sostenitori di Jacques Lacan, il quale attingerà dai suoi insegnamenti, Klein inscrive la follia nel cuore della soggettività umana ed elabora nuovi concetti: i buoni ed i cattivi oggetti, l’identificazione proiettiva, l’odio e l’invidia…..

Al di là della parola

Di conseguenza la clinica kleiniana non è più destinata a comprendere il conflitto psichico nevrotico, ma ad accedere alle relazioni inconsce che il soggetto intrattiene con se stesso e con gli altri visti come oggetti internalizzati.  La teoria kleiniana apre dunque la via ad un rovesciamento completo della prospettiva freudiana: per esempio, non vi è più una evoluzione dell’io attraverso rimaneggiamenti successivi, ma una posizione strutturale del sé, a partire dalla quale si costruisce una soggettività in funzione di oggetti fantasmatici e non più reali.

Quanto alla tecnica della cura insegnata dalla Klein, essa è fondata tanto sulla potenza inconscia del contro-transfert, del terapeuta verso il paziente, quanto su una mobilitazione intensa delle emozioni, al di là delle parole: “Bisogna accettare il paziente dentro di se”.  Di conseguenza, i kleiniani raccomandano di escludere la realtà materiale dalla situazione analitica: nella cura psicoanalitica, ogni atto, anche il più banale, ad esempio grattarsi il naso, deve essere considerato come una manifestazione transferale nata da una realtà psichica.

Quando si entra nell’universo Kleiniano, si ha l’impressione di passare, come in un museo, dalla sala dei pittori classici, così ben commentati da Freud, a quella dei pittori moderni: l’Edipo di M. Klein assomiglia a quello di Marx Ernst, e i suoi “oggetti” a dei quadri di René Magritte.

Questa affascinante epopea ha segnato per sempre tutta una generazione di psicoanalisti, tra cui Donald Winnicott, e questa raccolta ne è, una volta di più, la viva testimonianza.

 

Traduzione dal francese di Giulia Miceli 

17/04/2021

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