Corpi senza peso in cerca di sogni.

Corpi senza peso in cerca di sogni.


La Repubblica sera   07.04.2015

Di Michela Marzano

La settimana scorsa in Francia, all'Assemblée Nationale, è stato votato un progetto di legge che vieta alle modelle troppo magre di sfilare. L'obiettivo della legge, presentata dal socialista Olivier Véran, è quello di combattere l'anoressia, punendo con la reclusione chiunque, non rispettando il divieto, faccia sfilare donne e ragazze il cui indice di massa corporale sia inferiore a 16. Ma siamo veramente sicuri che è questo il modo migliore per risolvere un problema complesso come quello dei disturbi del comportamento alimentare (DCA)? Che senso ha pensare che i DCA tocchino solo il mondo della moda e siano legati soltanto a un problema di bellezza e di magrezza?


Il vero dramma dell'anoressia, in realtà, è che nessuno costringe una ragazza a non mangiare. Nessuno la spinge nel baratro, talvolta senza fondo, della disperazione. Come disse un giorno, durante un'intervista, un celebre fotografo, il mondo della moda è fatto di sogni e di illusioni e nessuno vuole vedere donne rotonde; se poi alcune modelle si ammalano, è perché sono particolarmente fragili; stilisti e passerelle non c'entrano niente. Peccato che, quando sbarcano nell'universo della moda, tante ragazze siano ancora delle bambine. Peccato che, per molte di loro, la voglia di riuscire non vada poi di pari passo con la capacità di proteggersi. Tante modelle desiderano solo "farcela". E allora entrano in competizione non solo con le altre, ma anche con loro stesse. Cercano di far di tutto per essere stimate e apprezzate. Per diventare le migliori. E talvolta ci riescono anche. Ma a che prezzo? Ne vale veramente la pena?

Il problema oggi, allora, non è tanto trovare un responsabile e punirlo. Il problema è la prevenzione. Interrogandosi magari sul tipo di ideologia che attraversa la nostra società e che, indipendentemente dal mondo della moda, spinge al controllo e alla perfezione. Come se, per vivere, si dovesse meritarlo. Come se, per avere del valore, si dovesse costantemente essere capaci di andare al di là dei propri limiti. Quello che cercano tante ragazze che soffrono di disturbi alimentari, è uno sguardo capace di rassicurarle sul proprio valore e sulla propria importanza. Non è solo, e banalmente, una questione di "peso", di "bellezza" e di "magrezza". È una questione di riconoscimento e di senso della vita. Ma per capirlo veramente, forse bisognerebbe interrogarsi sulle ragioni profonde di questo malessere diffuso. Sulla competizione che non punta più solo su quello che si fa, ma anche e soprattutto su quello che si è. Sulla tendenza a ridurre l'essere sull'apparire. Perché è un problema che va ben oltre il mondo della moda o della danza.

 

09/04/2015

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