OSSERVARE PER APPRENDERE di P. Gatti e M. Santarone

Il 2 febbraio 2008 l’AIPPI Sede di Milano ha organizzato, nell’ambito della attività scientifica, una giornata di studio dal titolo

 

Osservare per apprendere. L’Infant Observation strumento formativo per operatori che lavorano nell’ambito dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia: esperienze a confronto


L'intento era duplice: tener vivo l’interesse di coloro che lavorano con bambini, adolescenti e famiglie sul modello dell’Infant Observation come strumento di conoscenza e di lavoro e promuovere la conoscenza del Corso di Osservazione e di Applicazione di concetti psicoanalitici al lavoro con bambini, adolescenti e famiglie e il Post-Graduate Diploma/MA in Psychoanalytic Observational Studies University of East London – Tavistock Clinic già attivo a Milano. Ci è parso importante richiamare l’attenzione sul significato profondo di questa esperienza che unisce l’approfondimento teorico e la pratica dell’osservare con la capacità di essere a contatto con gli stati emotivi dell’altro e di se stessi. La mattinata, coordinata da Maria Paola Ferrigno, si è articolata in due momenti: la prima parte ha dato spazio alle relazioni di carattere teorico di Suzanne Maiello, Mimma Noziglia, Fabrizia Alliora e Mariadele Santarone che hanno introdotto all'esperienza formativa. L’intervento di Patrizia Gatti (Membro ordinario AIPPI, referente per Milano C.O. e MA) ha illustrato la strutturazione dei corsi e ha costituito una sorta di ponte verso la seconda parte della mattinata, dove è stata esemplificata l'applicazione dell'Infant Observation attraverso il lavoro di professionisti diversi. Ci hanno raccontato la loro esperienza Lidia Magistrati, educatrice e psicomotricista; Enrica Lusetti, psicomotricista e studentessa del Corso di Osservazione; Imma Arcadu, ostetrica, Sabina Trojan, pediatra, e Fabio Zambonin, neuropsichiatra infantile. La giornata ha richiamato un folto pubblico di operatori con professionalità diverse, tutti accomunati dall’interesse per un modo diverso di avvicinare i bambini e il loro mondo emozionale: oltre a psicologi e psicoterapeuti erano presenti educatrici di asili nido e di scuole materne, medici, psicomotricisti, direttrici di scuola, assistenti sociali ed altri operatori di base dei servizi pubblici. Questa ampia adesione, che possiamo valutare attorno alle 150 presenze, ci fa riflettere sul bisogno formativo e sull’interesse che sempre il modello dell’Infant Observation suscita. Nel primo intervento, S. Maiello (Membro fondatore e Past President, docente e supervisore AIPPI), ricordando E. Bick che nel 1964 ha posto le basi teorico-tecniche che hanno ispirato i Corsi di Osservazione nel mondo intero, si è soffermata sui complessi processi mentali che si devono compiere perché l’osservare diventi fonte di apprendimento. “Guardare per vedere” non solo un neonato nell’evolversi della sua relazione con la madre, ma anche incontrare stati d’animo legati a tracce sommerse delle esperienze precoci dell’osservatore stesso. Chi osserva non acquisisce dunque nozioni, ma vive un’esperienza che presenta risvolti inaspettati, espandendo gradualmente i propri spazi interni e la capacità di contenimento e differenziazione. Mimma Noziglia, (psicoterapeuta, ex dirigente Servizi per l'infanzia, Comune Milano), ha illustrato la sua esperienza come formatrice di educatrici di nidi e di scuole materne: attingendo dalla sua conoscenza di Infant Observation, ha mirato a trasmettere la capacità di guardare il bambino e di diventare, come dice Meltzer, “oggetti pensanti” e figure di riferimento stabili per lui. Nella sua relazione ha messo l’accento sull’utilità dell’ “osservare psicoanalitico” nel lavoro preventivo e ha illustrato il progetto messo in campo nella città di Milano, il cui obiettivo è stato costruire un ‘setting’ nel quale le educatrici potessero svolgere il loro lavoro ‘apprendendo dall’osservare’ e aiutando così i bambini nel loro percorso di crescita. Fabrizia Alliora (psicologa del Centro di Psicologia del Bambino e dell’Adolescente ASL Città di Milano) ci ha parlato dell’applicabilità del metodo Infant Observation in un’attività di sostegno alla genitorialità. La ASL città di Milano ha organizzato gruppi di mamme e bambini dagli 0 ai 12 mesi in diverse zone della città, per contrastare lo sradicamento, la solitudine e il bisogno di condivisione di giovani famiglie alle prese con il primo figlio. Con il supporto di una supervisione stabile, regolare e ad orientamento psicoanalitico, che tenesse conto non solo della primissima infanzia e della relazione mamma-bambino ma anche della formazione di un “gruppo di lavoro”, è stato possibile raggiungere livelli più profondi di comunicazione e di comprensione, andando oltre una semplice rassicurazione delle ansie materne. Mariadele Santarone (psicologa, psicoterapeuta, membro ordinario dell'AIPPI) ha portato, nella sua relazione, una esemplificazione della propria esperienza di Young Child Observation e ha descritto da un lato le sensazioni vive e partecipi dell’osservatore e dall’altro aspetti del percorso evolutivo di un bambino di tre anni sottolineando l’importanza del contatto emotivo con le sue difficoltà a fronteggiare la realtà e tutte le frustrazioni che essa comporta e, in modo particolare, il dolore della separazione. A parti più narrative o più riflessive ha alternato stralci dai protocolli di osservazione. L’applicazione dell’Infant Observation nel proprio specifico professionale ha occupato, come prima accennato, la seconda parte della mattinata. Lidia Magistrati ha mostrato come il lavoro di osservazione e di rielaborazione individuale e di gruppo sia stato fondamentale, nel nido in cui ha lavorato, per conoscere i bambini, facilitarne il gioco e le esplorazioni motorie e sensoriali rispettando i modi, i tempi e le preferenze di ciascuno, ma anche per ripensare gli spazi e gli arredi secondo nuovi criteri, aiutando il gruppo dei bambini ad aver meno timore delle emozioni e dei sentimenti. Enrica Lusetti ha tracciato nel suo intervento, con grande sensibilità, la storia del suo percorso formativo e l’esperienza che ne è scaturita: il riuscire a pensare ma anche a convivere con l’incertezza e lo sperimentarsi come “un osservatore partecipe, privilegiato e pieno di gratitudine”(Bick). Tale approccio ha prodotto un grande cambiamento nel suo lavoro quotidiano di psicomotricista in una scuola elementare a rischio, offrendole la possibilità di avvicinare con una diversa qualità lo stato mentale dei bambini. Anche Imma Arcadu ci ha resi partecipi della propria esperienza di assistenza a domicilio di madri che tornano a casa dall’ospedale, con il loro neonato, tra le 36 e le 48 ore dal parto. Lei e i suoi colleghi sono stati aiutati da una supervisione regolare di gruppo che ha consentito loro di sospendere il giudizio o l’agire precipitoso e di osservare ciò che accadeva in famiglia con l’intento di svolgere il più possibile il proprio lavoro “con le mani dietro alla schiena”. Sabina Trojan ha evocato molto vividamente il disagio dei suoi primi anni di formazione medica in cui il rapporto con i genitori, l’attenzione alla relazione madre-bambino, la vicinanza empatica non solo non erano insegnati, ma considerati un intralcio allo svolgimento “seriale” ed efficiente dell’attività di un reparto. L’occasionale incontro con il testo “Neonati visti da vicino” ha costituito per lei il punto di svolta, l’inizio di un percorso che l’ha condotta a frequentare il Corso di Osservazione e il Master pur nelle fatiche della sua vita personale e professionale. In ultimo, F. Zambonin ha proposto alcune riflessioni relative "alla traccia" lasciata dalla sua esperienza di Infant Observation, di ormai quasi vent'anni fa, nella sua attività in un Servizio di Neuropsichiatria Infantile, in particolare nel lavoro con bambini affetti da paralisi cerebrale. La sofferenza del bambino e dei suoi genitori in queste situazioni espone ad emozioni di una particolare intensità e qualità dove osservare, pensare e aiutare i genitori a farlo è costantemente contrastato dalla tendenza difensiva all'agire nel tentativo di alleviare le sofferenze. Ha illustrato, inoltre, un particolare setting in cui il bambino è osservato, per la definizione del progetto riabilitativo, in presenza dei genitori e del fisioterapista. Milano 29 febbraio 2008 a cura di Patrizia Gatti e Mariadele Santarone

12/03/2008

Centri Clinici AIPPI

I Centri Clinici AIPPI offrono, a costi contenuti, consultazioni e percorsi psicoterapeutici ad indirizzo psicoanalitico per bambini in età pre-scolare, scolare, adolescenti con lievi o gravi difficoltà nella sfera emotiva e relazionale e per genitori che si trovano ad affrontare problematiche di coppia e/o legate al rapporto con i figli.

I Centri Clinici offrono consulenze a professionisti impegnati nel lavoro con i bambini ed adolescenti e nelle professioni di aiuto. Contatta il Centro clinico AIPPI più vicino a te (Milano, Pescara, Roma, Napoli) per saperne di più e per fissare il primo colloquio.

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