Si inizia con lo svezzamento... di Silvia Cimino (08.10.2013)

Si inizia con lo svezzamento…

 

di Silvia Cimino

 

Vorrei continuare ad allattare il mio bambino, anche se tutti mi dicono che devo cominciare con le pappe…

 

Lo svezzamento è una fase molto importante nella vita della mamma e del bambino.  Entrambi si trovano ad affrontare una nuova esperienza che generalmente fa emergere ansie e paure. Per il bambino fasi di interesse e di curiosità per i nuovi cibi che lo portano verso una maggiore autonomia si accompagnano a momenti di richiesta di intenso contatto fisico. In questo alternarsi, diventano più evidenti emozioni di rabbia e comportamenti di opposizione. Per la mamma lo svezzamento può essere vissuto come la conclusione definitiva del suo ruolo fondamentale di nutrice di un bambino molto piccolo. Inoltre, è in questo periodo che può verificarsi un primo confronto con l’aggressività del proprio figlio che comincia a mostrare più chiaramente i suoi desideri e le sue richieste. Sia per il bambino sia per la mamma si tratta quindi di un passaggio che comporta la perdita di un equilibrio precedentemente raggiunto, ma anche l’acquisizione di nuove possibilità. E’ quindi naturale che le mamme possano essere preoccupate all’idea di svezzare il proprio figlio e desiderino mantenere l’allattamento il più a lungo possibile.

 

Se penso che l’allattamento finirà mi dispiace un pò…

 

La conclusione dell’allattamento può essere considerata una perdita e può essere vissuta dalla mamma con emozioni di tristezza e di dispiacere. Dal punto di vista psicologico ogni cambiamento che affrontiamo può essere sentito come un piccolo lutto: si lascia una modalità precedente per trovarne una nuova.

 

 

 

Come mai?

 

E’ naturale provare questi sentimenti di tristezza per la fine dell’allattamento. Infatti se è vero che con la conclusione dell’allattamento la mamma può sentire di perdere una speciale vicinanza fisica che aveva stabilito con il proprio figlio, è altrettanto vero che la mamma può cominciare a conoscere il proprio bambino come una persona con le proprie caratteristiche e con specifiche preferenze. Quindi, l’inevitabile tristezza per l’allattamento che si conclude è una fase necessaria che ha una durata limitata nel tempo. Infatti, è importante che il lutto relativo alla perdita di un equilibrio già conquistato possa essere elaborato costruttivamente come un necessario momento di transizione verso nuovi obiettivi. In questa direzione, il sostegno del partner può essere di grande aiuto per ridefinire una nuova immagine di sé come mamma del proprio bambino che sta crescendo.

 

 

 

L’allattamento è troppo faticoso, mi sento oppressa e non vedo l’ora di cominciare lo svezzamento…

 

Non tutte le mamme desiderano continuare l’allattamento e si sentono preoccupate all’idea della sua conclusione. L’allattamento comporta, infatti, un impegno fisico ed emotivo molto intenso. Inoltre, le mamme si trovano a vivere anche una grande responsabilità: spesso le donne che allattano non possono allontanarsi dal bambino per poco più di qualche ora e questo può farle sentire imprigionate e sole nella gestione dell’alimentazione del proprio figlio.

 

 

 

C’è qualcosa che non va in me?

 

Questi sentimenti sono comuni e non devono preoccupare. Anche se si parla maggiormente degli aspetti positivi dell’allattamento, le donne non devono sentirsi colpevoli se desiderano la sua conclusione. Il termine dell’allattamento sancisce anche la completa ripresa fisica della mamma e il suo ritorno ad una piena vita affettiva, lavorativa e sociale. La mamma, infatti, può rientrare nel mondo degli adulti e ritrovare un’unione calorosa con il proprio partner. L’aspetto regressivo vissuto durante l’allattamento, in cui i pensieri della donna erano tutti costantemente rivolti al bambino, può diventare difficile da tollerare. Infatti, la mamma può iniziare ad avere nuovi pensieri e progetti, proprio perché, con l’inizio dello svezzamento, termina la fase di assoluta dipendenza del bambino. Di fronte a tutto ciò può essere molto utile la vicinanza di altre donne che hanno avuto occasione di confrontarsi con le medesime emozioni.

 

 

 

E i papà?

 

Solitamente, con l’introduzione di alimenti solidi, la mamma può alternarsi più agevolmente con altre figure di accudimento, come il papà. Infatti, con l’inizio dello svezzamento, il papà può assumere un ruolo più attivo nell’accudimento del figlio. Se l’allattamento, nella nostra cultura, rimanda a qualcosa di legato al femminile, dal quale spesso i papà si tengono distanti, con l’inizio dell’alimentazione solida, l’apporto paterno diventa fondamentale, perché il papà può interagire attivamente con il proprio figlio, anche grazie alla posizione seduta. Infatti, questo nuovo assetto, consente al bambino di stare di fronte agli adulti con i quali si creano diverse occasioni di contatto, che prima coinvolgevano prevalentemente la mamma nella posizione semi-sdraiata dell’allattamento.

 

 

08/10/2013

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