Mio fratello è figlio unico.. di C. Mezzalama e L. Mercuri (21.04.2013)

Mio fratello è figlio unico…

 

Chiara Mezzalama e Laura Mercuri (21.04.2013)

 

1. Sempre più figli unici: perché?

 

Oggi le famiglie con un solo figlio rappresentano sempre di più la norma: vuoi perché si tende a voler offrire al proprio figlio un ampio ventaglio di possibilità educative e formative; vuoi perché i cambiamenti sociali, soprattutto legati al ruolo della donna, hanno spinto in avanti l’età in cui ci si sposa e, di conseguenza, si decide di avere dei figli; vuoi perché le persone sono meno disposte a rinunciare alla loro libertà individuale e temono che una famiglia numerosa possa costituire un ostacolo alla propria realizzazione.

 

2. Vantaggi e svantaggi dell’essere figlio unico: il “re solo”.

 

Un figlio unico sarà, ovviamente, al centro dell’attenzione dei suoi genitori, e di conseguenza riceverà la migliore educazione, i giochi più belli, e la qualità della sua infanzia sarà, in generale, sicuramente più elevata di quella di un altro bambino che si trovi a dover dividere tutto questo con uno o più fratelli; il figlio unico, inoltre, “re solo”, avrà la possibilità di godere di un rapporto diretto con i suoi genitori, senza dover competere con altri per il loro tempo e la loro disponibilità, cosa che contribuirà a creare in lui un sentimento di stabilità che sarà fondamentale nella sua vita. D’altro canto la condizione di unico accentratore dell’attenzione dei genitori comporta però, per il figlio unico, un sommarsi delle aspettative degli adulti significativi su di lui, aspettative che non potranno che essere elevate, con il rischio che egli si senta continuamente messo alla prova. Inoltre la mancanza di altri bambini in casa con cui giocare lo porta, inevitabilmente, a cercare la compagnia degli adulti, sacrificando così il piacere di un gioco più spontaneo e “irrazionale”, consono appunto all’infanzia, a favore di giochi più “strutturati”, con più regole, tipici della modalità adulta, che lo trasformano precocemente in un piccolo grande.

 

3. Vantaggi e svantaggi dell’avere dei fratelli: una “solitudine troppo rumorosa”.

 

Avere dei fratelli comporta la possibilità di avere sempre a disposizione qualcuno con cui giocare, nella maniera “irrazionale” che crea quella dimensione sospesa tra fantasia e realtà che il pediatra e psicoanalista britannico Winnicott definisce “spazio transizionale”, indispensabile ad un sano sviluppo emotivo ed intellettivo. Inoltre l’alleanza tra fratelli contribuisce allo sviluppo, all’interno della famiglia, di un rapporto più flessibile e ricco tra genitori e figli, grazie ad uno scambio continuo di opinioni e idee, all’interno del quale anche gli inevitabili scontri sono costruttivi. In più, i bambini abituati a confrontarsi con altri bambini sviluppano maggiori capacità “sociali” e mostrano più disponibilità a fare nuove conoscenze.

 

Da un altro punto di vista, però, più bambini in casa equivale, necessariamente, a minori risorse economiche, di tempo e di attenzione  da destinare a ciascuno da parte dei genitori, con il naturale generarsi di sentimenti di gelosia, litigi e competizione tra i fratelli.

 

4. E se tenta di buttare il fratellino dalla finestra?

 

La nascita di una sorellina o di un fratellino costituisce un evento dirompente nella vita di un bambino in quanto scuote dal profondo la sua stessa identità; se egli è abituato a considerarsi il “piccolo della mamma” che cosa diventa quando arriva un altro piccolo che prende il suo posto? Inoltre può temere che il nascituro costituisca una minaccia alla relazione consolidata con i suoi genitori. Non c’è dunque da stupirsi se il bambino manifesta dei sentimenti violenti nei confronti del fratello o della sorella in arrivo. Eppure sperimentare l’odio e poterlo esprimere apertamente può essere molto utile per il bambino: lentamente egli scoprirà il piacere di giocare con il fratellino e ne sarà fiero, l’odio provato lascerà spazio all’amore e il bambino potrà fare i conti con l’ambivalenza e con il suo lato aggressivo. Sarà un sollievo per lui sapere che il bambino che avrebbe voluto inizialmente buttare dalla finestra non solo sopravviverà ai suoi attacchi ma diventerà il suo compagno di giochi preferito.

 

E allora: meglio essere “re soli” o vivere in una “solitudine troppo rumorosa”?

 

Dal punto di vista psicologico del benessere del bambino possiamo dire che avere dei fratelli è probabilmente la condizione che meglio “equipaggia” alla vita relazionale adulta, con tutto il bagaglio di esperienze di scambio in un ambiente affettivamente sicuro che essa comporta, ma è pur vero che, dal punto di vista dell'impegno dei genitori, pratico ed emotivo, avere più di un figlio può essere effettivamente gravoso. Scarse risorse economiche e  poco o nessun aiuto cui appoggiarsi al di là della famiglia nucleare costituiscono, nella maggior parte dei casi, un vero ostacolo al desiderio di avere più di un bambino, ma spesso non sono le uniche ragioni che si oppongono ad esso. A volte si evidenzia, da parte dei genitori, la mancanza di un sufficiente “spazio mentale” in cui ospitare più di un figlio. Molte coppie, recuperata l'intimità che spesso viene meno durante i primi anni di vita di un bambino, non si sentono di sacrificarla ancora a favore della crescita di un altro, e sentono già sufficientemente appagato il loro desiderio di genitorialità.

 

In tal caso l'indicazione migliore è di sicuro quella di assecondare le proprie caratteristiche personali e di coppia, limitandosi ad un solo figlio, restando però costantemente consapevoli della necessità di favorire il più possibile la frequentazione del proprio figlio con altri bambini, che siano compagni di scuola, cugini, amichetti incontrati al parco, in maniera che la loro scelta non pregiudichi l'acquisizione, da parte del figlio, di quella capacità di socializzazione che è fondamentale per una serena vita adulta.

21/04/2013

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